mercoledì 12 ottobre 2011

il telaio delle meraviglie 3

Come un serpente arrotolato su stesso, la tela si acciambellava in modo scomposto davanti ai miei piedi pallidi. Ero ipnotizzata da quel movimento ripetitivo: usciva dritta, scendeva e al contatto col pavimento si piegava in un'onda morbida, e di nuovo dritta, giù e ancora un'onda, dritta, giù e onda, un mare appena increspato dal vento che lambisce la sabbia scura...A fatica, staccai gli occhi dal cumulo di tessuto che ormai formava una colonna bizzarra più alta di me, allungai un braccio senza fissare più il telaio e la colonna crollò, aprendo le sue spire e rivelando ogni cosa che la distanza e il tempo mi avevano celato: ecco la mia sfera magica, il mio telaio delle meraviglie, la mia spia personale. Che stava combinando quello spaccone di Odisseo?

il telaio delle meraviglie 2

"Penelope? Penelope? Penny?" Una voce sussurra dietro la mia porta, vibrazioni maschili nascoste in un falsetto irriconoscibile. Chi interrompe le mie fatiche da insonne, il mio lavorìo frenetico che si sostituisce, chissà per quanto ancora, alla necessità di scopare? Questo telaio ne ha abbastanza delle mie mani. Ormai si muove da solo, crea trame da solo. L'ultimo plenilunio...
"Penelope...!" Insistente, irrequieta la voce di prima, stavolta senza camuffamenti sonori: è un uomo. Mi avvicino lentamente al legno massiccio che mi separa dal pericolo, appoggio l'orecchio e rimango in attesa. Dietro, un respiro soffocato, misurato. Non ho voglia di sapere chi sia, se un pazzo maniaco o uno dei servi o uno di quegli ubriaconi che da qualche anno bivaccano nella mia casa in attesa che io gli apra le gambe. "Va' a dormire, bello!" Il mio ordine suona poco credibile... "Bello"...Dove l'ho sentita questa? A volte uso espressioni che emergono sotto la mia lingua senza che le abbia pensate. Affiorano inconsapevoli. "No, Penelope, non posso andare. Apri."
Mmmh...se l'aspetto di una persona coincidesse anche con il fascino delle sue corde vocali, non esiterei a spalancare questo vecchio portone brulicante di tarli. Al diavolo, cosa potrebbe farmi...Uccidermi? Squartarmi? Darmi una botta in testa? Non sarebbe peggio della vita noiosa di palazzo, tutto quel ben di dio giù e se le godono solo le schiave...quelle puttanelle non saranno libere come me ma in realtà sono molto più fortunate: hanno almeno due uomini a testa ogni sera e si divertono. Io, la Regina, colleziono ragnatele aristocratiche senza che nessuno si preoccupi di darmi una spolveratina...Fedele nei secoli...
"Quanto dovrò aspettare ancora? Fa freddo qui!" Basta, vediamo chi è lo scocciatore... Uno scricchiolìo metallico accompagna il movimento dei cardini, entra una folata di aria gelida dal corridoio, spalanco la porta senza pensare a nulla...
Nulla, nulla, niente, nessuno...Giro freneticamente la testa a destra, a sinistra, più volte, nulla, niente, nessuno. E' tutto buio, solo da uno spiraglio del muro entra un raggio della luna nuova, come un ago che penetra nella mia carne, sottile e freddo. "Chi ha voglia di scherzare?" Lo dico stizzita, fra i denti, mi mordo la lingua e sento il sapore metallico del sangue che mi riempie la bocca. Sputo a terra, che immagine sofisticata. Torno al telaio, irritata. Forse poteva essere una buona occasione, forse si è stancato di aspettare là fuori e si è fatto consolare da Dimitroula, la schiava appena arrivata da Cipro: una bellezza orientale, occhi di velluto, pelle avorio, morbida come la seta. Quei balordi fanno a gara per averla nelle loro stanze, si beccano come i galli nel pollaio per il possesso delle femmine, disgustosi...eppure così, come dire, "dotati".
Il mio telaio fa cose strane: lo scorso plenilunio ha deciso di rendersi indipendente dai miei capricci. Come guidato da mani eteree ha iniziato a tessere con un ritmo incalzante. Sotto i miei occhi spalancati per il prodigio, si materializzavano storie e volti che prendevano vita nelle trame del cotone, si muovevano, parlavano, un'enorme pellicola si snodava e cadeva sul pavimento di marmo grigio, proiettando sulla mia retina le disavventure del mio uomo, il mio amato Odisseo.

domenica 9 ottobre 2011

il telaio delle meraviglie

Le mani corrono veloci, annodano, sciolgono, riannodano, tagliano, è tardi, è buio ovunque tranne che davanti ai miei occhi, ormai miopi. I disegni sulla tela sono privi di contorni, i colori scavalcano furibondi i margini e si confondono, io sola a memoria li riconosco, infiniti giorni li ho creati per poi assassinarli nelle notti inquiete, senza metterli mai alla luce. Aborti quotidiani per sopravvivere. Per non lasciarmi tentare da quei corpi lucidi, da quei polpacci ricoperti da gambali lucenti, da quegli occhi scuri che desiderano la "regina". So che vogliono il mio gruzzolo ma posso anche illudermi di attraversare il loro immaginario erotico in quanto donna di potere. Penelope, la fedele, colei che attende nel tempo mitico il ritorno di quello stronzo megalomane di Odisseo! Penelope che tesse di giorno e disfa la trama di notte per non sposare uno dei Proci.Che favola...
Io spasimo per questi guerrieri che sono rimasti ad Itaca per non seguire il destino infausto scatenato da quella zoccola di Elena: sono qui per me e per il mio regno, per me vedova bianca che si ostina nel rifiuto.